Silenti in Consiglio comunale, ma attivissimi con i comunicati, gli esponenti di Noi Moderati dimenticano di essere tra i protagonisti del fallimento della Capo d’Anzio. Vale a dire della società che doveva effettuare l’escavo del canale di accesso del porto e ha brillato per la sua assenza. Con l’aggiunta che l’attività svolta dal Comune in questo periodo ha tempi largamente inferiori a quelli del “modello di amministrazione” che non è mai stato tale.
Nell’ordine:
1) Il Comune, in accordo con la Regione, si è assunto l’onere di eseguire l’escavo che compete alla Regione stessa che altrimenti sarebbe intervenuta in tempi indefiniti
2) Il primo intervento era propedeutico all’escavo vero e proprio, come spiegato il 4 giugno in conferenza stampa, alla presenza degli operatori
3) il fondale dell’imboccatura del porto è praticabile, tanto che l’ordinanza della Capitaneria è ancora vigente
4) gli inviti alle aziende per svolgere il dragaggio sono pronti e quindi i lavori sono imminenti
5) significa che in 7 mesi, dalla richiesta di intervento alla Regione a oggi, si fa quello che in altri periodi si protraeva oltre i 14 mesi
Questi sono i fatti, il resto imprecisioni evidenti messe già in evidenza dal vice sindaco Pietro Di Dionisio. A chi parla di insulti, infine, ricordiamo il “recinto” e il clima a dir poco pesante degli anni più bui per il governo della città.
Pd, #unaltracittà, Lavinio con Anzio, Apa, Movimento 5Stelle